Il 23 settembre del 1835 moriva a Parigi Vincenzo Bellini, uno dei più grandi compositori di tutto l’Ottocento, uno dei più grandi compositori di tutti i tempi.
Solo 41 anni dopo, nel 1876, migliaia di catanesi si riunirono per accogliere il rientro in patria delle spoglie di quell’uomo che aveva reso celebre il nome della sua città e che venne accolto all’interno del Duomo di Catania.
Il Cigno (si guadagnò questo suo soprannome per la grazia che lo avvolgeva) nacque a Catania il 3 novembre 1801 e le sue primissime opere risalgono all’età di 14 anni, dimostrando sin da subito il suo amore per la musica.
A diciotto anni, il Maestro lascia la sua Catania alla volta di Napoli. È qui che può affinare la sua tecnica e studiare i classici (che saranno molto presenti nella sua produzione musicale).
Qualche anno più avanti a Bellini viene proposto di comporre un’opera da rappresentare al Teatro alla Scala di Milano. Ancora un altro trasferimento, questa volta ancora più lontano dalla sua terra natale.
“Il pirata” (1827), “La straniera” (1829), “La sonnambula” e “Norma” (entrambe andate in scena nel 1831), ottengono un successo clamoroso. La stampa milanese riconosce nel compositore catanese l’unico operista italiano in grado di contrapporre uno stile personale a Gioachino Rossini. Le sue melodie vengono definite “piene di magia”, con una musica che si adatta di più al dramma e che privilegia la forza del canto espressivo su quello puramente stilistico.
Da Milano a Parigi il passo fu breve. Qui Bellini entra in contatto con alcuni dei più grandi compositori d’Europa, tra cui Chopin. Nasce l’opera “I Puritani” e presto sarebbe arrivata una composizione interamente in francese per il prestigiosissimo Teatro dell’Opéra di Parigi. Ma la sua carriera, così come la sua vita, vengono stroncate a soli 33 anni a causa di un’infezione intestinale.
L’Italia lo ha celebrato raffigurandolo su quelle che erano le nostre 5mila lire e la nostra celebre pasta alla Norma prende il nome proprio dalla sua celebre opera.
Tra le altre curiosità che lo riguardano possiamo raccontarvi che Bellini amava le donne e le donne amavano Bellini. Nella sua vita incontrò cantanti, attrici, giovani donne che non sempre trattò al meglio. Il suo grande amore fu Maddalena Fumaroli, una giovane donna napoletana morta di consunzione a 32 anni.
Nonostante la traslazione della salma nel 1835 a Parigi, al cimitero monumentale di Père-Lachaise è ancora presente il mausoleo che gli fu dedicato dai parigini alla sua morte e che si trova accanto alle tombe di Frederic Chopin e Luigi Cherubini.
I luoghi catanesi legati alla memoria di Vincenzo Bellini
Museo Civico Belliniano
Il nostro tour virtuale alla scoperta dei luoghi legati al grande operista catanese inizia dalla casa in cui nacque il giovane Vincenzo, oggi adibita a museo. Qui è possibile ammirare da vicino i cimeli e gli oggetti appartenuti al compositore.
Chiesa di San Nicolò l’Arena
Un altro luogo molto importate per Bellini, qui infatti assisteva (e probabilmente a volte suonava lui stesso) alle esibizioni del nonno Vincenzo Tobia.
Cattedrale di Sant’Agata
Forse la tappa più importante. Qui un imponente monumento funebre conserva le spoglie di Vincenzo Bellini.
Piazza Stesicoro
Un altro importante monumento in ricordo del grande operista italiano si trova a Pin questa piazza. Alla base del monumento poggiano sette gradini, che stanno ad indicare le sette note musicali. Alla sommità della scala si innalza la statua di Vincenzo Bellini. Ai quattro lati della colonna sono poste quattro statue come allegoria delle sue quattro opere più celebri: “Norma”, “I puritani”, “La sonnambula” e “Il pirata”.
Teatro Vincenzo Bellini
Nel 1890 con la rappresentazione della “Norma” viene inaugurato il Teatro Massimo. La città etnea non poteva non intitolarlo a Vincenzo Bellini.
La Villa Bellini
E’ uno dei giardini pubblici più belli d’Europa e i catanesi lo amano in maniera speciale. La villa, inaugurata nel 1883, raccoglie al suo interno una vasta varietà di piante e alberi tropicali, venne intitolata al celebre compositore.
Tanti luoghi, diversi tra loro, che dimostrano come Catania non ha dimenticato (e mai dimenticherà) il “suo” compositore, autore di alcune delle opere più amate dell’intera storia della musica operistica.