«Abbiamo sentito come nostro compito quello di offrire ai nostri imprenditori, ai nostri professionisti, alle realtà del terzo settore, ma anche a tutti i cittadini un’opportunità di riflettere sull’importanza del voto per le elezioni europee che andasse oltre la politica». Così il presidente di Cdo Sicilia Salvatore Motta ha introdotto il lungo confronto attorno al manifesto programmatico “Per la pace, un orizzonte ideale”, elaborato da Compagnia delle Opere «come contributo per questa fase decisiva per il futuro dell’Europa», evento ospitato ieri al SAL – Spazio Avanzamento Lavori a Catania, grazie alla disponibilità dell’imprenditore Seby Costanzo, che è intervenuto a nome di tutto il direttivo di Cdo Sicilia: «Da oltre 15 anni – ha detto – questo spazio ospita questo tipo di dibattiti per proporre momenti di valore soprattutto in circostanze storiche cruciali, come quella che ci aspetta l’8 e il 9 giugno».
Non a caso Cdo ha scelto di non invitare al confronto partiti o candidati, ma diversi esponenti della società civile rappresentativi dei temi toccati dal manifesto: sono intervenuti infatti Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo Emerito dell’Arcidiocesi di Monreale, Roberto Cellini, professore ordinario di Economia politica presso l’Università degli Studi di Catania, e Simone Massaro, Ceo di BaxEnergy e Free Mind Foundry, moderati dalla giornalista Valeria Nicolosi.
«La nostra intenzione – ha precisato Motta – è di sensibilizzare i cittadini su questioni chiave in vista di questo appuntamento elettorale, che toccano la quotidianità dell’intero sistema economico e sociale. Non a caso il riferimento cruciale del nostro documento è rivolto alla pace, senza la quale l’intero progetto europeo rischia di perdere di senso».
«È paradossale – ha detto infatti Mons. Michele Pennisi -che l’Europa unita sia nata dopo una guerra, con l’obiettivo di mantenere la pace, e oggi in Europa il tema del conflitto sia invece così pressante, tanto che il Papa parla di terza guerra mondiale a pezzi. Il compito dell’Europa è riscoprire la sua vocazione, affinché non venga coinvolta in questo clima di guerra, innanzitutto evitando che il riarmo torni ad alimentare un clima, una mentalità di ostilità e di odio. È importante invece implementare una mentalità favorevole alla pace, soprattutto da parte dei giovani. Vogliamo un’Europa che sia luogo di giustizia, di libertà, di sviluppo solidale. Questo è possibile innanzitutto attraverso un’azione corale, che ci interpelli tutti come cittadini».
«Bisogna dire però – ha detto il prof. Roberto Cellini – che c’è anche un problema di percezione, perché se andiamo attentamente a leggere tutti i documenti dell’Unione Europea, anche quelli apparentemente più grigi, più strettamente legati agli aspetti economici, tutti richiamano sempre e costantemente i comuni valori sociali. Oggi quando parliamo di Unione Europea ci vengono subito in mente la burocrazia e le regole di bilancio, ma l’Unione non perde mai di vista le motivazioni che ci hanno portato alla sua fondazione e che hanno sempre un fondamento etico, che mira a preservare la pace. La stessa decisione di allargare l’Unione a est è stata presa nel segno della promozione della democrazia. La prima urgenza, dunque, è dare nuova evidenza all’importanza di questi valori comuni».
Ma anche i temi legati ad esempio a transizione energetica e sostenibilità, a tecnologia ed etica hanno strettamente a che fare con la sicurezza dei cittadini e il mantenimento della pace: «Pensiamo – ha detto Simone Massaro – all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. L’Europa proprio in questi giorni ha approvato, prima di molti altri, l’AI Act, la legge sull’intelligenza artificiale che si pone l’obiettivo di limitarne alcuni usi che possono rappresentare una minaccia per le persone. L’AI cambierà la nostra percezione nel mondo perché ha la capacità di ingannare i nostri sensi e, oltre che essere un grande supporto nella vita quotidiana purtroppo può anche cambiare la nostra percezione nella realtà. L’AI Act assicurerà a tal proposito un uso consapevole e non dannoso di questo strumento. Si tratta di un grande passo in avanti in termini di regolamentazione per un Europa che purtroppo deve riprendersi invece il suo spazio sul fronte della produzione tecnologica ed informatica in cui ha subito forti rallentamenti».